Page 34 - Luglio | Agosto 2018, I'M Magazine
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sulle cose: conservano ancora integro l’aspetto originario
            con statue, arazzi, mobili d’epoca e pitture. Lo scalone
            d’onore, che conduce alle stanze, è una meraviglia archi-
            tettonica tale che Montesquieu  lo definì come il più bello
            d'Europa. Percorrendo i suoi gradini, non si può non no-
            tare la perfezione dei contrasti creati dai giochi di luce e
            l’arte degli incastri dei marmi e degli stucchi. Merita di
            essere visitato, in cima allo scalone, nella sua parte de-
            stra, il Teatrino di corte nella Gran Sala, che conserva
            ancora la struttura architettonica originaria e le dodici
            statue raffiguranti le nove Muse, Minerva, Apollo e Mer-
            curio. Varcato il piccolo Teatro di  corte, il percorso si
            snoda lungo il corridoio che conduce alla Sala Diploma-
            tica, così chiamata per le delegazioni diplomatiche che
            vi si riunivano.
            Oltre alla volta decorata da un affresco raffigurante l’Al-
            legoria delle virtù di Maria Amalia di Sassonia e Carlo
            di Borbone, in questa sala ciò che risalta sono certa-
            mente le pareti, rivestite di lampasso rosso realizzato
            nella Real Fabbrica della seta di San Leucio: né il tempo
            infatti ha scalfito la brillantezza del colore, né la polvere
            ha scomposto la sofficità del tessuto.
            Ma è certamente la Sala del Trono a suscitare più indi-
            screzione: il salotto del re, un tempo chiamata la Stanza
            Dorata, poi, Stanza del baciamano, è la sala dove il re si
            faceva trovare assiso in trono per dare udienza agli
            ospiti che ne avessero fatta richiesta. Essa è riconosci-

                Oggi è tra i monumenti di Napoli più visitati con un flusso turistico
                     che vanta più di  3.200.000 visitatori l’anno, i quali, essendo

                     più fortunati del re, potranno vedere l’appartamento reale,
                           il Salone d’Ercole, la cappella e i giardini pensili.


            bile, oltre che dalla presenza del trono stesso, anche
            dall’imponente lampadario pendente, di cui non si con-
            tano le pietre luminose e che resta contemplato per al-
            cuni minuti di dissociata realtà, dalla quale ci si allon-
            tana per essere in grado di percepire (e fantasticare su)
            i tempi in cui eleganti carrozze e feste di corte erano vis-
            suti in quella piazza, dove oggi regna il tran tran quoti-
            diano.
            Sul soffitto, figure femminili avvolgono il simbolo del-
            l’autorità regale: sono le personificazioni di tutte le pro-
            vince del Regno delle Due Sicilie, mentre, di fronte al
            trono, un ritratto di Ferdinando I: il re che è stato più a
            lungo sul trono di Napoli.
            Nella Sala dei Fiamminghi il collezionismo napoletano
            dei Borbone sfoggia i suoi pezzi migliori: sulla console è
            collocato infatti l'orologio di Charles Clay, una macchina
            musicale rarissima che risale al tempo di Handel ed è
            ancora oggi funzionante.
            Ancora troviamo, posta al centro della sala, una fioriera
            con gabbietta per uccelli che si pensa possa esser stato
            il dono dello Zar di Russia Nicola I a Ferdinando II di
            Borbone in occasione dello storico viaggio dello Zar a Na-
            poli nel 1846.
            Sempre appartenente al collezionismo dei Borbone, ma
       34   posto nel Salone d'Ercole, ci imbattiamo nell’orologio
            “Atlante che regge il globo”, che è tra i pezzi più pregiati


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