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Col tempo (soprattutto fino al XVIII se-
colo), le varie dinastie al potere promos-
sero le costruzioni di varie strutture
idriche, non solo per motivi celebrativi,
ma anche al fine di aggraziarsi il con-
senso popolare; non di rado usarono far
dono ai cittadini di nuove e magnifiche
fontane, a simboleggiare la loro genero-
sità o il loro potere.
Oggi, seppur molte di queste sono an-
date distrutte, alcune spostate dai loro
siti originari e molte altre in attesa di
restauro, le fontane a Napoli conti-
nuano a decorare la città.
Ispirata alle fontane della reggia di Ca-
serta, la fontana dell'Esedra, situata
nel complesso architettonico della Mo-
stra d'Oltremare, è senza dubbio la più
imponente fontana napoletana, con
un'estensione di 900 m² e una capacità
contenitiva di 4000 m³ di massa d’ac-
qua, che raggiunge i 40 metri di altezza
coi suoi getti vigorosi. Intorno è circon-
La fontana dell’Esedra data da ottocento alberi d'alto fusto
Le fontane entrarono a far parte della vita (perlopiù pini e lecci) e conta ben 1300
ugelli fatti di ottone e di bronzo.
del popolo già nel periodo della Magna Grecia, Spostandoci in Piazza Municipio, tro-
viamo l’iconica fontana del Nettuno,
durante il quale, oltre che per la loro classica realizzata su disegno di Domenico Fon-
destinazione d’uso, furono le protagoniste tana e lavorata da diversi artisti. Di
forma circolare, la fontana è circondata
della sfera religiosa ed esoterica della città, da una balaustra con quattro gradinate
ornate da eleganti viticci a traforo, su
essendo, alcune, letteralmente divinizzate. cui sono posti quattro leoni (dai quali
sgorga l'acqua) mostranti lo scudo della
città e del duca di Medina e di Carafa.
Due mostri marini versano l'acqua
nella vasca centrale sottostante, ador-
nata con delfini che cavalcano tritoni
che a loro volta emettono acqua: una
composizione dovuta alla mano di Pie-
tro Bernini. Al centro della fontana, su
uno scoglio, due ninfe e due satiri reg-
gono sulla testa una coppa sulla quale
troneggia una statua di Nettuno con tri-
dente dalla quale zampilla l'acqua.
Proseguendo la nostra passeggiata tra
le fontane monumentali, la fontana
del Sebeto, che si erge in largo Sermo-
neta è sicuramente tra le più iconiche.
Essa rappresenta le vicende del Sebeto,
l’antico fiume che scorreva nel cuore di
Napoli dove la leggenda vuole che fu
immerso Masaniello. Sembra infatti
che il cadavere del rivoluzionario, morto
nel 1647, sia stato immerso proprio
nelle sue acque: "Quivi lo rizzarono, e
lavato che l'ebbero al Sebeto, lo porta-
rono a Port'Alba." (Tommaso de Santis,
nell’opera Storia del tumulto di Napoli).
«Viene mo cchiú ’ncoppa e bide chille
dueje, un ommo e na femmena, nude 29
comme le fece la mamma: ora chisse
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Fontana del Nettuno