Page 54 - Settembre | Ottobre 2019 , I'M Magazine
P. 54

Un ricordo di Nureyev, suo talent scout.
            Nureyev è un mito per tutte le generazioni di ballerini. Lo co-
            nobbi che avevo solo 15 anni, in quel periodo frequentava la
            Scala dove io studiavo. Mi incontrò per caso in una sala da ballo,
            mi osservò a lungo e mi corresse alcuni movimenti. Io ero emo-        “
            zionatissimo. Dopo andò dalla Direttrice di allora e le chiese di
            potermi avere nel ruolo di Tadzio nel cast di “Morte a Venezia”  Per diventare un ballerino
            che stava allestendo. Il Teatro non diede il permesso perché ero
            troppo giovane. Io ero disperato, mi sembrava la fine di tutto. E  professionista ci vogliono
            invece era solo l’inizio e quell’incontro rimane uno dei momenti
            cruciali della mia carriera, il momento in cui capii che ero sulla  delle qualità che insieme
            strada giusta e che quello era il mio destino.                   alla dedizione e al

            Come è stato ballare innanzi alla Regina Elisabetta II di     sacrificio possono aprirti
            Inghilterra a Buckingham Palace?
            Un altro punto cruciale del mio percorso, la prima consacrazione  la strada di una carriera.
            a livello internazionale. In quell’occasione ebbi la fortuna di in-  È un percorso difficile,
            contrare anche Lady Diana, mi colpì per la sua umanità così so-
            lare, così esposta. Mi disse che si era emozionata tantissimo a  sempre in salita che non
            vederci danzare, non poteva immaginare quanto lo fossi io nel
            parlare con lei.                                                ammette scorciatoie.

            L’idea che la danza appartenga a un mondo a parte, è                              “
            un pregiudizio che lei ha voluto smentire con i fatti. Ci
            parla di questa sua missione?
            Per  troppo  tempo  la  danza  classica  è  stata  percepita  come
            un’arte di nicchia, rinchiusa nei castelli di vetro dei grandi tea-
            tri, per pochi, pochissimi. Ho sempre lottato con questa conce-
            zione così antiquata e anche pericolosa che destina il balletto
            all’estinzione. La danza può raggiungere e coinvolgere tutti e
            non deve avere dei limiti imposti. Per questo tutti i miei sforzi
            sono sempre per portare la danza a tutti, da sempre. Quando
            sono andato con il mio Gala all’Arena di Verona per la prima
            volta, la danza non ci entrava da 20 anni perché “non riempie”
            si diceva: da allora abbiamo fatto sold out, sempre. Abbiamo
            portato la grande danza nelle maggiori piazze d’Italia e le ab-
            biamo riempite: folle da concerto rock radunate per vederci in-
            terpretare Romeo e Giulietta, ma anche Petipa, Neumeier, fino
            alle opere più moderne e contemporanee. Abbiamo occupato la
            prima serata di Rai1 per ben tre volte con degli ascolti pazzeschi
            e tanto entusiasmo, tanto orgoglio. E con OnDance, il mio Fe-
            stival della Danza, abbiamo letteralmente occupato le città di
            Milano, ma anche di Napoli: una grande festa per tutti, di tutti.
            Il segreto è offrire sempre cose belle, non cedere mai sul lato
            della qualità: le persone vogliono la bellezza, ne hanno bisogno,
            oggi più che mai.
            Ha portato “On Dance” in giro per l’Italia e a Napoli di
            recente. Che impatto ha avuto sulla città?
            Stupendo. Napoli è una città cui sono molto affezionato e dalla
            quale mancavo da molto tempo. Quando ho visto come Milano
            ha reagito a OnDance ho subito desiderato portarla a Napoli e
            la scelta si è dimostrata giusta. La città ci ha investito con un’ac-
            coglienza incredibile e siamo riusciti a realizzare delle cose me-
            ravigliose: l’incontro a Forcella, lo show di Arena Flegrea, le
            open class, lo swing, il tango e persino il flashmob. La gente ci
            ha seguito ovunque con un affetto e un entusiasmo eccezionali.
            Per questo ho deciso di tornare a settembre con una serie di
            Gala al Teatro San Carlo da cui mancavo da anni.

            “Bolle and Friends”, di recente a Napoli, è un'altra ker-
       54   messe importante per la danza, da lei creata. Come è
            nata l’idea?


            i’M  SETTEMBRE-OTTOBRE 2019
   49   50   51   52   53   54   55   56   57   58   59