Page 40 - Settembre | Ottobre 2022 , I'M Magazine
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essere visitato, in cima allo scalone,
nella sua parte destra, il Teatrino di
corte nella Gran Sala, che conserva an-
cora la struttura architettonica origi-
naria e le dodici statue raffiguranti le
nove Muse, Minerva, Apollo e Mercu-
rio.
Varcato il piccolo Teatro di corte, il per-
corso si snoda lungo il corridoio che
conduce alla Sala Diplomatica, così
chiamata per le delegazioni diplomati-
che che vi si riunivano. Oltre alla volta
decorata da un affresco raffigurante
l’Allegoria delle virtù di Maria Amalia
di Sassonia e Carlo di Borbone, in que-
sta sala ciò che risalta sono certamente
le pareti, rivestite di lampasso rosso
realizzato nella Real Fabbrica della
seta di San Leucio: né il tempo infatti
ha scalfito la brillantezza del colore, né
la polvere ha scomposto la sofficità del
tessuto.
Ma è certamente la Sala del Trono a Lo scalone d’onore, che conduce alle
suscitare più indiscrezione: il salotto
del re, un tempo chiamata la Stanza stanze, è una meraviglia architettonica
Dorata, poi, Stanza del baciamano, è la
sala dove il re si faceva trovare assiso tale che Montesquieu lo definì come
in trono per dare udienza agli ospiti
che ne avessero fatta richiesta. Essa è il più bello d'Europa. Percorrendo
riconoscibile, oltre che dalla presenza
del trono stesso, anche dall’imponente i suoi gradini, non si può non notare
lampadario pendente, di cui non si con-
tano le pietre luminose e che resta con-
templato per alcuni minuti di disso- la perfezione dei contrasti creati
ciata realtà, dalla quale ci si allontana
per essere in grado di percepire (e fan- dai giochi di luce e l’arte degli incastri
tasticare su) i tempi in cui eleganti car-
rozze e feste di corte erano vissuti in dei marmi e degli stucchi.
quella piazza, dove oggi regna il tran
tran quotidiano. Sul soffitto, figure
femminili avvolgono il simbolo dell’au-
torità regale: sono le personificazioni di
tutte le province del Regno delle Due
Sicilie, mentre, di fronte al trono, un ri-
tratto di Ferdinando I: il re che è stato
più a lungo sul trono di Napoli.
Nella Sala dei Fiamminghi il collezio-
nismo napoletano dei Borbone sfoggia
i suoi pezzi migliori: sulla console è col-
locato infatti l'orologio di Charles Clay,
una macchina musicale rarissima che
risale al tempo di Handel ed è ancora
oggi funzionante. Ancora troviamo,
posta al centro della sala, una fioriera
con gabbietta per uccelli che si pensa
possa esser stato il dono dello Zar di
Russia Nicola I a Ferdinando II di Bor-
bone in occasione dello storico viaggio
dello Zar a Napoli nel 1846. Sempre
appartenente al collezionismo dei Bor-
bone, ma posto nel Salone d'Ercole, ci
40 imbattiamo nell’orologio “Atlante che
regge il globo”, che è tra i pezzi più pre-
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