Page 39 - Settembre | Ottobre 2022 , I'M Magazine
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el  cuore  di  Napoli,
                                                                                      dove il tempo è scan-
                                                                                      dito dai rimbalzi dei
                                                                                      palloni  saltellanti
                                                                          N degli scugnizzi, erge
                                                                                      una  delle  migliori
                                                                          eredità del passato, meta di turisti
                                                                          e percorso per curiosi che fanno vi-
                                                                          sita alla bella città all’ombra del Ve-
                                                                          suvio:  Palazzo  Reale.  Per  risalire
                                                                          alla sua storia, dobbiamo fare un
                                                                          passo  lungo  cinquecento  anni  e
                                                                          giungere  all’epoca  dei  viceré,
                                                                          quando Napoli era capitale del Vi-
                                                                          ceregno, intorno alla fine del 1500.
                                                                          In questo periodo, si diffondeva la
                                                                          notizia della possibile visita del re
                                                                          Filippo  II  nella  città  partenopea,
                                                                          ragguaglio che creò non poca agita-
                                                                          zione. Napoli, infatti, non aveva luo-
                                                                          ghi dove poter ospitare quello che
                                                                          era l’uomo più potente del mondo e
                                                                          fu per questo che il viceré don Fer-
                                                                          nando commissionò la costruzione
                                                                          del Palazzo a Domenico Fontana.
                                                                          Un bellissimo Palazzo che però ri-
                                                                          mase senza ospite a causa di un ca-
                                                                          priccio del re Filippo che rimandò la
                                                                          sua visita a Napoli a data da desti-
                                                                          narsi.
                                                                          Oggi è tra i monumenti di Napoli
                                                                          più visitato con un flusso turistico
                                                                          che vanta più di 3.200.000 visitatori
                                                                          l’anno, i quali, essendo più fortunati
                                                                          del re, potranno vedere l’apparta-
                                                                          mento reale, il Salone d’Ercole, la
                                                                          cappella e i giardini pensili. Prima
                                                                          però  di  accedere  alle  stanze,  si
                                                                          passa necessariamente per la tipica
                                                                          facciata con le sue otto statue che
                                                                          raffigurano alcuni dei sovrani che
                                                                          sono saliti sul trono di Napoli. Rea-
                                                                          lizzata in mattoni di cotto rosato, pi-
                                                                          perno e pietra vulcanica dei Campi
                                                                          Flegrei, da sola basterebbe a rac-
                                                                          contare la contraddittorietà di Na-
                                                                          poli, coi suoi stili artistici apparte-
         Oggi è tra i monumenti di Napoli più                             nenti a vari ordini e gli stemmi di
                                                                          differenti casate, che hanno fatto la
                                                                          storia di Napoli. All’interno, la sale
       visitato con un flusso turistico che vanta                         più antiche sembrano immuni agli
                                                                          effetti che il tempo ha sulle cose:
            più di 3.200.000 visitatori l’anno,                           conservano ancora integro l’aspetto
                                                                          originario con statue, arazzi, mobili
          i quali, essendo più fortunati del re,                          d’epoca  e  pitture.  Lo  scalone  d’o-
                                                                          nore, che conduce alle stanze, è una
        potranno vedere l’appartamento reale,                             meraviglia architettonica tale che
                                                                          Montesquieu lo definì come il più
              il Salone d’Ercole, la cappella                             bello d'Europa. Percorrendo i suoi
                                                                          gradini, non si può non notare la
                       e i giardini pensili.                              perfezione dei contrasti creati dai  39
                                                                          giochi di luce e l’arte degli incastri
                                                                          dei marmi e degli stucchi. Merita di


                                                                                        i’M  SETTEMBRE-OTTOBRE 2022
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