Page 92 - Settembre | Ottobre 2020 , I'M Magazine
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Dopo la caduta
il teatro si rialza
i alzerà il 4 dicembre 2020 il si-
pario sulla Stagione 2020/2021
del Teatro di San Carlo: 12
titoli d’opera di cui 7 italiani, 5
di balletto, 17 concerti. Una
Srassegna dei migliori interpreti
di oggi, alcuni dei quali per la prima volta
calcheranno il palcoscenico del Lirico più
antico d’Europa. Sarà “La Bohème” di Gia-
como Puccini ad aprire il 4 dicembre 2020
la Stagione. La regia è di Emma Dante, e
vedrà sul podio, impegnato a dirigere Or-
chestra e Coro del Teatro di San Carlo il di-
rettore musicale Juraj Valcuha. La coreo-
grafia è di Sandromaria Campagna. Il Coro
di voci Bianche è diretto come sempre da
Stefania Rinaldi. Selene Zanetti sarà Mimì.
A seguire, dal 16 gennaio 2021 il ritorno di
una produzione sancarliana, “Rigoletto” di
Giuseppe Verdi con la regia di Giancarlo
Cobelli. La direzione è affidata a Stefano
Ranzani. Si rinnova il sodalizio del Mas-
simo napoletano con Riccardo Muti che di-
rigerà a febbraio “Don Giovanni” di Wolf-
Lo Schiaccianoci gang Amadeus Mozart. Ad interpretare il
Si alzerà il 4 dicembre 2020 il sipario sulla ruolo di Don Giovanni Luca Micheletti, per
la prima volta al San Carlo. Due le produ-
Stagione 2020/2021 del Teatro zioni di successo firmate Ferzan Ozpetek
che nuovamente rivivranno sul palcosce-
di San Carlo: 12 titoli d’opera di cui 7 nico del Massimo: “Madama Butterfly” di
Giacomo Puccini (dal 30 aprile al 13 mag-
italiani, 5 di balletto, 17 concerti. gio) e “La traviata” di Giuseppe Verdi che
vedrà sul podio Karel Mark Chichon.
La Stagione di Danza 2020/21 parte da due
classici imprescindibili “Lo Schiaccianoci” e
“Cenerentola” (entrambi con coreografie di
Picone).
Anche la stagione del Mercadante è molto
ricca: dal 2 al 20 dicembre c’è “Piazza degli
Eroi”, un capolavoro che, inspiegabilmente,
in Italia non è stato mai messo in scena.
Oltre a essere il testamento di Thomas Ber-
nard, lo si può considerare il suo testo più
politico, pur consapevoli che questo auten-
tico genio ha sempre declinato la politica in
termini esclusivamente poetici. Nel dise-
gnare il suo estremo congedo dalla vita e
dal teatro, Bernhard sceglie di dare un
nome e un tempo all’ottusità brutale che
vede avanzare. Ma come accade nelle opere
92 più profonde e profetiche, l’Austria dell’au-
tore è anche una metafora. Così come lo è
Toni Servillo la piazza che dà il nome al testo, la stessa
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