Page 68 - Maggio | Giugno 2019 , I'M Magazine
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è invadente, lo fa col cuore e ti strappa sempre una ri-  mi diverto ad inventare una nuova identità. Se mi
            sata. A Napoli cambia il mio approccio alla gente, mi  chiede cosa faccio nella vita, dico di essere un fotografo,
            sento più rilassato, sento di poter essere me stesso.  che è quello che mi piacerebbe fare, è la mia grande
                                                           passione.
            Come ti trovi a Milano, contraltare di Napoli?
            Milano è funzionale alla mia vita attuale. Tutto questo  Quindi come immagini lo Stefano anonimo?
            disordine logistico della mia vita è facilitato da una  Lo Stefano anonimo sarebbe un fotografo, un viaggia-
            città come Milano, che essendo un luogo neutrale, non  tore. Molto vicino a quello che sono, perché nella mia
            mi scompone, ma mi facilita perché è molto organiz-  vita privata, lontano dai riflettori, sono un entusiasta,
            zata. Poi con i collegamenti le distanze si sono accor-  un appassionato della vita e delle cose belle. Mi piace
            ciate, il clima è cambiato ed i napoletani sono ovunque,  il buon cibo, mi piacciono i bei posti, le persone belle.
            quindi il distacco si sente meno.              E la fotografia dà la possibilità di immortalare il bello
                                                           in ogni suo aspetto.
            Il napoletano ha una marcia in più e riesce ad
            arrivare sempre ai vertici in ogni ambito. Come  Nei tuoi tatuaggi sono impresse alcune cose im-
            te lo spieghi?                                 portanti della tua vita, come il numero di tele-
            Utilizzo sempre il giudizio dei non napoletani, perché  fono del Bar Stella. Ce ne parli?
            essendo io napoletano potrei essere di parte. Mi capita,  Il Bar Stella rappresenta tutta la mia infanzia. Era il
            sempre più spesso, soprattutto nel mio ambiente tra  bar di mio nonno (scomparso nel 2016 ndr). Quel nu-
            persone che ricoprono ruoli di prestigio, di sentir dire,  mero di telefono non l’ho mai dimenticato. Ricordo
            con una accezione positiva, “È napoletano”, come sino-  tutto: i soffitti, il pavimento, i barattoli dei coloniali
            nimo di grande intelligenza. E non c’è altro aggettivo  sulle mensole. Oggi è un negozio di ferramenta. Sono
            per spiegare in maniera esatta quel tipo di mentalità,  sempre stato combattuto se rilevarlo o meno, ed ancora
            di approccio e di “tigna” tipici del napoletano.  lo sono, ma poi penso che quel posto aveva quel valore
                                                           perché dentro c’era mio nonno, perché io ero bambino,
            Tu hai certamente questa marcia in più. Credi  perché l’Italia era quella di allora. È un posto che ha
            di essere stato anche fortunato?               significato tanto per me, ma è giusto forse che resti nel
            Penso che a tutti capitino le occasioni, ma il talento sta  passato.
   “             Mio nonno mi ha insegnato l’integrità morale. Era un commerciante                            “



                  e di soldi ne ha visti tanti passare tra le mani, ma mi diceva sempre

                       “I soldi ti fanno ricco, ma è l’educazione che ti fa signore”.


                                                           Cosa ti ha insegnato tuo nonno?
            nel riconoscerle e nel saperle coglierle al meglio. In-
            fatti, anche nei periodi meno fortunati bisogna prepa-
                                                           Mio nonno mi ha insegnato l’integrità morale. Era un
            rarsi per quando arriva l’opportunità.
                                                           commerciante e di soldi ne ha visti tanti passare tra le
                                                           mani, ma mi diceva sempre “I soldi ti fanno ricco, ma
            Ti pesa la sovraesposizione?                   è l’educazione che ti fa signore”. Lui era un uomo tutto
            In questo momento meno che in passato perché quello  di un pezzo, non l’ho mai visto piegarsi difronte a nulla.
            che oggi arriva di me alla gente, è molto vicino a quello  Aveva a che fare con gente di ogni tipo nel contesto di
            che sono io davvero. Negli anni passati mi dava più fa-  Torre Annunziata. Il bar era limitrofo all’ospedale e vi
            stidio perché non avevo una identità chiara, ero più  confluiva una clientela molto mista, dai Carabinieri,
            acerbo e non avevo occasione per mostrarmi in tv per  ai professionisti, alla gente di strada. Io ero spesso lì
            quello che sono, quindi mi infastidiva perché spesso  dentro e relazionandomi con tutte quelle persone di-
            quello che veniva raccontato era molto lontano dal mio  verse ho imparato a modulare il mio approccio in base
            essere.                                        a chi ho difronte, trovando sempre un dialogo adeguato
                                                           ma sincero con tutti, dall’avvocato, al cliente di strada.
            Le piacerebbe essere ogni tanto tornare ano-
            nimo  e  godere  della  libertà  che  questo  com-  Infatti mi ha colpito il tuo modo misurato di par-
            porta?                                         lare e il tuo linguaggio molto preciso. Hai stu-
            Sarebbe il mio sogno ma non si può avere “la botte  diato in questi anni?
            piena e la moglie ubriaca”. Spesso vorrei avere una fac-  È una cosa che ho sviluppato negli anni. La mia è stata
            cia di riserva da poter indossare quando non lavoro,  una esigenza. Sono stato sempre molto affascinato
            anche semplicemente per godermi gli sguardi delle  dalle persone con una buona dialettica, intesa non per
            persone che ti guardano con occhi disinteressati senza  un linguaggio forbito ostentato - quello mi nausea - ma
            sapere chi sei e cosa fai. Quando incontro qualcuno che  per un linguaggio ricco in cui i vocaboli descrivano le
            non guarda la tv, io resuscito. Sono abituato al fatto  sensazioni. Ho sempre dato peso alle parole, per questo
       68   che la gran parte degli interlocutori sa già ciò che fac-  apprezzo molto il silenzio. Quando ero più piccolo ero
            cio, quindi quando ne incontro uno che non mi conosce,  un fiume in piena, adesso mi piace ascoltare e trovare


            i’M  MAGGIO-GIUGNO 2019
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