Page 57 - Luglio | Agosto 2024 , I'M Magazine
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l mito di Ischia, l’isola più grande del Golfo di
                                                                Napoli, riecheggia dai tempi degli antichi Greci
                                                                e racconta le sorti di Tifeo, un gigante dalle
                                                                sette teste e dagli occhi di fuoco, che, punito da
                                                                Zeus, fu costretto a sorreggere l’intera isola. A
                                                          I ogni tentativo di ribellarsi - si narra - l’isola vi-
                                                          veva una terribile scossa di terremoto. I greci la chia-
                                                          marono Pithecusa, l’isola delle scimmie oppure, secondo
                                                          un’ipotesi più accreditata “grande vaso” come quelli che
                                                          venivano prodotti fin dai tempi più antichi. Furono
                                                          Omero, Archiloco e Simonide di Amorgo a chiamarla in-
                                                          vece “Arime” che Virgilio tradusse in “Inarime” “terra
                                                          di fuoco” in virtù delle numerose fumarole ancora oggi
                                                          attive. I Romani la chiamarono, invece, l’isola Aenaria,
                                                          nome che deriva dalla leggendaria avventura di Enea
                                                          che qui vi approdò così come raccontato dall’Historiae
                                                          Naturali di Plinio. Il termine Ischia comparve la prima
                                                          volta in una lettera datata 813; a firmarla era Papa
                                                          Leone III che chiedeva a Carlo Magno un aiuto contro
                                                          le forze dei saraceni che avevano saccheggiato l’isola.
                                                          Probabilmente,  quest’ultimo  appellativo  che  ha  poi
                                                          preso il sopravvento deriva da insula, isola appunto, di-
                                                          venuta “iscla” nel Medioevo.
                                                          Si tratta di un’isola vulcanica, in origine collegata al
                                                          continente e staccatasi dalla terraferma a seguito di
                                                          numerose eruzioni che la fecero emergere dal mare.
                                                          È suddivisa in sei comuni, ognuno dei quali presenta
                                                          caratteristiche che la rendono meta incontrastata del
                                                          turismo in Campania. Ischia è il comune più popoloso
                                                          dei sei, è il luogo in cui si trova il principale porto del-
                                                          l’isola a cui attraccano tutti gli aliscafi e i traghetti
                                                          provenienti da Napoli, Pozzuoli, Procida e le altre lo-
                                                          calità dei dintorni. È il cuore pulsante dell’isola, con
                                                          ristoranti, bar, locali notturni, negozi e agenzie turi-
                                                          stiche. Qui passanti e villeggianti si ritrovano all’ora
                                                          dell’aperitivo che popola la Rive Droite, la Riva Destra
                                                          del porto. La sera la movida si sposta in Via Roma e
                                                          poi in Corso Vittoria Colonna, la strada pedonale co-
                                                          steggiata di negozi e botteghe, che restano aperti fino
                                                          a tarda ora. Questa parte dell’isola ha fatto da cornice
                                                          al film “Cleopatra” con Liz Taylor. Quando sull’isola
                                                          verde arrivò la diva dagli occhi viola in pantaloni ca-
                                                          presi, scarpe basse e grandi occhiali da sole, nessuno
                                                          avrebbe  immaginato  che  le  successive  settimane
                                                          avrebbero raccontato una storia destinata a riempire
                                                          d’inchiostro pagine e pagine dei rotocalchi dell’epoca.
                                                          Il film è rimasto nella storia del cinema, come uno dei
                                                          più grandi colossal e nel cuore degli ischitani che in
                                                          tanti parteciparono come figuranti alla pellicola vi-
                La vetta più alta dell’isola è            vendo il privilegio di guardare da vicino i più celebri
              soprattutto un luogo mitologico             occhi di Hollywood. Qui nacque l’amore tra Richard
                                                          Burton e Elizabeth Taylor - la quale non dovette sfor-
             dove, si dice, si trovi uno dei punti        zarsi molto per fingere le scene di passione sotto il
                                                          sole ischitano, perché Burton lo amava davvero, non
              di accesso al mondo sotterraneo             solo nella finzione.
                                                          Tutto il fascino dell’antico borgo di pescatori risiede,
              di Agarthi, il regno all’interno            ancora oggi, a Ischia Ponte denominato anticamente
                                                          borgo di Celsa per una piantagione di gelsi profumati
              della Terra descritto nelle opere           che ricopriva tutta l’area. La passeggiata attraverso
                                                          la strada fatta di basoli, tra botteghe di ceramica e ne-
                 di Willis George Emerson.                gozietti di prodotti tipici, si raggiunge il Castello Ara-  57
                                                          gonese, il simbolo dell’intera isola. La denominazione
                                                          si deve alla presenza del re Alfonso d’Aragona che vi


                                                                                           i’M  LUGLIO-AGOSTO 2024
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