Page 36 - Luglio | Agosto 2019 , I'M Magazine
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che un tempo fu di Ferdinando, la quale aveva portato
Pietrarsa ad essere una delle prime fabbriche italiane
per produttività, nel 1873 una locomotiva per treni
merci prodotta proprio lì guadagnò una medaglia d'oro
all'Esposizione Universale di Vienna, malgrado il dra-
stico ridimensionamento della manodopera (che con-
tinuò fino alla riduzione a 100 dei posti di lavoro).
Nel 1877 lo stato finalmente intervenne e ne assunse
direttamente la gestione sotto la direzione dell'inge-
gnere Passerini risollevandone le sorti e miglioran-
done la ormai ridotta capacità produttiva; da allora e
fino al 1885 vennero prodotte circa 110 locomotive,
oltre 800 carri merci e quasi 300 carrozze viaggiatori
oltre a parti di ricambio per rotabili. In seguito alle
Convenzioni del 1885 e alla costituzione delle grandi
reti le Officine di Pietrarsa vennero assegnate alla
Rete Mediterranea e ne fecero parte fino al 1905
quando, in seguito alla statizzazione delle ferrovie, la
fabbrica entrò a far parte delle infrastrutture primarie
delle nuove Ferrovie dello Stato divenendo una delle
officine di Grandi Riparazioni specializzata in partico-
lare nel settore delle locomotive a vapore.
Fu poi l'avvento dei nuovi sistemi di trazione ferrovia-
ria e la loro diffusione, (trazione elettrica e trazione
ferroviaria, trazione termica) in seguito a cui le loco-
motive a vapore venivano gradatamente accantonate,
ad innescare il lento ma inesorabile declino dell'im-
pianto fino al decreto di chiusura emesso il 15 novem-
bre 1975. L'ultima locomotiva a vapore riparata, la
640.088, uscì dalle officine il 2 dicembre dello stesso
anno.
Il degrado e l’abbandono del posto furono inevitabili.
Il tempo delle fastosità restava un lontano ricordo, la
lucentezza del metallo cedeva il posto ad ammassi di
ferraglia opaca e inespressiva. Quindici anni di declino
e scadimento, quindici anni per riscuotere coscienze
pentite e rinsavite, quindici anni per combattere la de- La forza lavoro di Pietrarsa
cadenza penetrata e trasformare Pietrarsa in un
museo ferroviario, alloggiandolo negli stessi ambienti raggiunse il numero di circa
che erano stati della più antica fabbrica di locomotive
d'Italia. Il tramonto dell’ex opificio e il suo ineluttabile 700 operai. La struttura
destino, venivano così arrestati con l'inaugurazione del
Museo il 7 ottobre 1989, in occasione del 150º anniver- ricevette, nella sua storia,
sario delle ferrovie italiane.
117 mila visitatori l’anno per questo polo museale di
primissimo piano, preso in gestione dalla Fondazione illustri visite tra cui quella
FS Italiane. Numerose iniziative, eventi, convegni,
spettacoli, mostre e tanto altro hanno riscosso un cre- dello zar di Russia,
scente successo di pubblico, catturando l’attenzione dei
media nazionali e internazionali e contribuendo ad ac- Nicola I, che manifestò
crescere la fama di un sito che non solo espone oggetti
unici, ma che sorge in un uno dei luoghi più incante- l'intenzione di prendere
voli del mondo: il Golfo di Napoli.
Tra immensi viali alberati e giardini in fiore, è possi- Pietrarsa a modello per il
bile far visita al sito ferroviario più antico d’Italia, sup-
portati da guide “informatiche”, tablet e app conte- complesso ferroviario di
nenti informazioni storiche, geografiche e tecnologiche.
Simulatori di guida nelle cabine dei treni storici e si- Kron!tadt, nel 1849
stemi di movimentazione meccanica delle locomotive
a vapore costituiranno innovativa fonte di apprendi- l'Opificio venne visitato
raviglia. . anche dal papa Pio IX.
36 mento interattivo per quanti si soffermeranno ad am-
mirare le tecnologia del passato, tra suggestione e me-
i’M LUGLIO-AGOSTO 2019