Page 33 - Luglio | Agosto 2019 , I'M Magazine
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3 delle Due Sicilie. La
ottobre 1839. Regno
prima strada ferrata
d’Italia sorge qui.
Una ferrovia a doppio
binario lunga 7.411
metri che congiungeva Napoli a
Portici, sulla stessa direttrice
della linea Napoli-Salerno. La sto-
ria dei viaggi italiani germoglia in
costa partenopea, sotto il regno di
Ferdinando II, tra vapori e sirene.
Il primo convoglio era composto da
una locomotiva a vapore di costru-
zione inglese battezzata "Vesu-
vio", e da otto vagoni. La storia
racconta che il re si recò nella villa
del Carrione al Granatello (Por-
tici) dove era stato allestito il pa-
diglione reale decorato all'occor-
renza con accanto un altare. Verso
le ore undici il re ricevette la Ba-
yard (battezzata Vesuvio), la
prima locomotiva italiana, per poi
accomodarsi al suo interno per ri-
tornare a Napoli. (La gemella
Longridge aveva poco prima effet-
tuato il viaggio - staffetta). Le lan-
cette segnavano le ore 12 quando
Ferdinando II, in seguito all’augu-
rio - espresso in lingua francese -
di veder realizzata la ferrovia fino
al mare Adriatico, ne ordinò la
partenza, davanti alle autorità.
Il primo convoglio ferroviario in
territorio italiano portava nelle
sue vetture, oltre al re, 48 perso-
nalità e una rappresentanza mili-
tare costituita da 60 ufficiali, 30
fanti, 30 artiglieri e 60 marinai.
Nell'ultima vettura prese posto la
banda della guardia reale. Il per-
corso venne compiuto in nove mi-
nuti e mezzo tra ali di gente stu-
pita e festante.
Nei successivi quaranta giorni ben
85.759 passeggeri usufruirono
della ferrovia, quattro viaggi al
La storia racconta che il re si recò nella villa giorno, immortalati dal pittore di
corte Salvatore Fergola nei suoi
del Carrione al Granatello (Portici) dove era celebri dipinti.
Affrancare il suo regno dalla su-
stato allestito il padiglione reale decorato premazia tecnologica di Inghil-
terra e Francia era l’obiettivo am-
all'occorrenza con accanto un altare. bizioso di Ferdinando II; tuttavia,
data la novità del mezzo ferrovia-
Verso le ore undici il re ricevette la Bayard rio, per la realizzazione fu comun-
que necessario rivolgersi all'indu-
(battezzata Vesuvio), la prima locomotiva stria straniera: la progettazione,
così come il capitale investito, era
italiana, per poi accomodarsi francese, le locomotive, invece, di 33
al suo interno per ritornare a Napoli. rodiggio 1 A 1, giunsero dall'In-
ghilterra ed erano costruite sul
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