Page 34 - Luglio | Agosto 2019 , I'M Magazine
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Con l’editto reale datato 22 maggio 1843 Ferdinando rendeva noto

            che: “È volere di Sua maestà che lo stabilimento di Pietrarsa si occupi
                della costruzione delle locomotive, nonché delle riparazioni e dei

             bisogni per le locomotive stesse, degli accessori dei carri e dei wagons
                   che percorreranno la nuova strada ferrata Napoli-Capua.”


            modello delle prime progettate da George e Robert Ste-  tava elevato a causa dell'alto prezzo del carbone im-
            phenson, nelle officine Londridge e Starbuk di Newca-  portato dall'Inghilterra mentre risultava conveniente
            stle.                                          il costo delle locomotive con tender prodotte, Pietrarsa,
            Il resto dei materiali rotabili era stato invece costruito  infatti, era uno dei due soli impianti industriali in Ita-
            nel Regno delle Due Sicilie.                   lia in grado di produrre locomotive a vapore.
            L’aspirazione del re Ferdinando II si concretizzava con  L'espansione della fabbrica continuò costantemente
            la realizzazione della prima fabbrica italiana di loco-  fino alla fine del Regno delle Due Sicilie fornendo ma-
            motive e rotaie: il Reale Opificio Borbonico di Pie-  teriale di ogni genere alle ferrovie del regno. Nel giu-
            trarsa.                                        gno 1860 Pietrarsa giunse ad occupare la forza lavoro
            Con l’editto reale datato 22 maggio 1843 Ferdinando  di ben 1125 persone, rimanendo (ma ancora per poco)
            rendeva noto che: “È volere di Sua maestà che lo sta-  la maggiore fabbrica metalmeccanica italiana.
            bilimento di Pietrarsa si occupi della costruzione delle  Tra il 1861 e il 1863 l'opificio di Pietrarsa entrò in una
            locomotive, nonché delle riparazioni e dei bisogni per  fase difficile: gli antichi fasti che avevano accompa-
            le locomotive stesse, degli accessori dei carri e dei wa-  gnato l’officina nel suo periodo di massima fioritura ve-
            gons che percorreranno la nuova strada ferrata Na-  nivano compromessi da una relazione dell'ingegnere
            poli-Capua.”                                   Grandis, voluta dal governo sabaudo, che dipingeva
            Dieci anni dopo la forza lavoro di Pietrarsa raggiun-  negativamente l'attività e la redditività dell'opificio,
            geva il numero di circa 700 operai. La struttura rice-  consigliandone addirittura la vendita o la demolizione,
            vette, nella sua storia, illustri visite tra cui quella dello  a seguito della relazione si impose una scelta di razio-
            zar di Russia, Nicola I, che manifestò l'intenzione di  nalizzazione del settore siderurgico e produttivo e tale
            prendere Pietrarsa a modello per il complesso ferro-  scelta fu fatta in favore dell'industria settentrionale.
            viario di Kron!tadt, nel 1849 l'Opificio venne visitato  Il 10 gennaio 1863 lo stabilimento di Pietrarsa con
            anche dal papa Pio IX.                         quanto conteneva veniva concesso in affitto, per 30
            Il 18 maggio del 1852 venne prodotta, nel reparto me-  anni alla somma di 45.000 lire dell'epoca, dal Ministro
            tallurgico, la gigantesca statua dell'altezza di circa 4,5  delle Finanze del governo Minghetti alla ditta costi-
            m di Ferdinardo II mediante una fusione monoblocco  tuita da Iacopo Bozza; ciò portò alla riduzione dei posti
            in ghisa che rappresenta una tra le più grandi opere  di lavoro, a scioperi e gravi disordini repressi nel san-
            del genere prodotta in Italia. Nel 1856 Pietrarsa fu il  gue: il 6 agosto 1863 una carica di bersaglieri provo-
            primo stabilimento in Italia a produrre rotaie, al tempo  cava 7 morti e 20 feriti gravi.
       34   chiamate “raili” dal termine inglese "rail", con la ghisa  Nonostante le sommosse però e i tentativi di opprimere
            puddellata di Mongiana. Tuttavia il loro costo risul-  e sopprimere il genio napoletano e l’ampiezza di vedute


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