Page 52 - Luglio | Agosto 2018, I'M Magazine
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l’intero progetto Sanremo avrebbe fatto più ridere se
alla fine Fru/Favino/Baudo avesse detto qualcosa senza
senso sul palco dell’Ariston. Il mio cervello mi ha sugge-
rito “GNIGNI” e continuo a pensare che inconsciamente sia
stata mia figlia che è in quella fase in cui, oltre a dire
mamma e papà in modo perfetto, inventa parole completa-
mente senza alcun senso.
Può spiegare ai nostri lettori come nasce la viralità
nel web? Cosa rende una parola senza senso un fe-
nomeno che si diffonde in rete in modo straordina-
riamente veloce e capillare?
In realtà non esiste la ricetta esatta del virale. Si tratta
di qualcosa pieno zeppo d’incognite. Al di là delle parole
senza senso, delle facce, della comicità e delle gag, ciò che
importa è sempre e solo il contenuto. Sia esso un contenuto
semplice e che racconta una grande verità in cui le persone
si rispecchiano come “Despacito” o un contenuto più artico-
lato, ma dal racconto avvincente come “Operazione San-
remo”.
Il web sta assumendo un ruolo sempre più centrale in
ogni campo, dall'economia alla formazione dell'identità
delle persone. La società è stata letteralmente travolta
dalla nascita dei social. Cosa ci ha dato e cosa ci ha tolto
questa rivoluzione?
Sicuramente stiamo assistendo ad una rivoluzione sociale e come
ogni rivoluzione che si rispetti ci sono dei cambiamenti. Credo che
il web ci abbia dato una cosa molto importante: le opportunità.
Senza il web sicuramente avremmo fatto lo stesso questo lavoro,
ma è innegabile che ci abbia dato la possibilità di farci conoscere
da molte persone. Tuttavia credo ci abbia tolto un po’ di curiosità:
perché adesso è tutto sotto gli occhi di tutti, ed è come se non sentis-
simo più il bisogno di approfondire il mondo come una volta.
“ Durante un brain-storming,
Francesco Ebbasta sosteneva
che l’intero progetto Sanremo avrebbe
fatto più ridere se alla fine
Fru/Favino/Baudo avesse detto
qualcosa senza senso sul palco
dell’Ariston. Il mio cervello mi ha
suggerito “GNIGNI” e continuo a
pensare che inconsciamente
sia stata mia figlia. “
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