Page 72 - Gennaio | Febbraio 2022 , I'M Magazine
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stucco risalenti al XVII secolo, oltre al
maestoso altare maggiore progettato da
Domenico Antonio Vaccaro nel 1729.
Luogo di culto e di devozione per i napo-
letani, in particolare per le donne che de-
siderano una gravidanza è la Chiesa di
Santa Maria Francesca delle Cinque Pia-
ghe, dalla cui cappella laterale è possibile
accedere alla casa della Santa. Qui si
trova la famosa Sedia su cui le donne si
accomodano per chiedere la grazia di una
maternità. Le centinaia di fiocchi rosa o
azzurri e di fotografie di neonati aprono
un barlume di speranza a chi si affida alla
benedizione delle suore di Santa France- La nascita di questi quartieri è legata
sca. al periodo in cui dominarono gli spagnoli
Tra le vie strette dei Quartieri Spagnoli è
facile imbattersi nei murales che raccon- a Napoli, infatti nacquero con l’intento
tano la storia presente e passata della
città. Una galleria d’arte a cielo aperto di trovare una sistemazione ai militari
immortalata negli scatti dei fotografi più presenti in città. Tuttavia, fin dall’epoca
curiosi che vogliono catturare il lato un-
derground che si mischia con l’architet- della loro origine, i quartieri spagnoli
tura storica dei Quartieri Spagnoli. Quelli presentarono fenomeni di criminalità,
più famosi della zona raffigurano Mara-
dona e la Pudicizia Luciano De Cre- gioco d'azzardo e prostituzione, legati
scenzo, Totò e la Tarantina, la più famosa
transgender partenopea; conosciuta in particolar modo all'offerta di “svago”
anche come l’ultimo femminello di Na- proposta dai locali ai soldati spagnoli
poli, trascorse i primi anni in città tra
persecuzione e prostituzione finché, fug- che ivi erano acquartierati o di passaggio.
gita a Roma, conobbe Pasolini, Fellini e
altri personaggi della Dolce Vita.
Tra tutte le attività e le attrazioni dei
Quartieri Spagnoli, la più suggestiva è
senza dubbio quella di perdersi tra i vicoli
perché la bellezza dei Quartieri Spagnoli
sta negli incontri casuali di persone e per-
sonaggi che li popolano, negli odori e sa-
pori che li pervadono, come l’aroma del
caffè e il profumo di pizza fritta, e anche
nei rumori e nel vociferare che rende vive
le strade punteggiate di panni appesi ad
asciugarsi che fanno colore in quei vicoli
dove il sole non arriva; una bellezza che
si scopre anche negli angoli scoperti per
caso, dove è possibile scorgere le tipiche
botteghe artigiane che producono ancora
a mano borse, cinture e scarpe; oppure
nelle semplici trattorie dove si assapora
il gusto della genuinità lontana da agget-
tivi come “gourmet”, “gastronomia d'élite”
e che propongono sulle tavole i piatti della
tradizione partenopea dalla zuppa di
cozze, al baccalà fritto, agli spaghetti con-
diti con pomodoro fresco.
Camminare, quindi, senza meta tra le
strade strette, sotto i lenzuoli stesi e tra
le mura decorate, è il modo migliore per
godersi quello che, probabilmente, è il
spaccato della città più autentica. .
72 sobborgo più rappresentativo di Napoli
che ancora oggi riesce a dare vita ad uno
i’M GENNAIO-FEBBRAIO 2022