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Gioacchino Murat, e i Savoia dopo
l'Unità di Italia. Venne fondato nel
1738 per volere di Carlo di Borbone
per ospitare la collezione ereditata
dalla madre Elisabetta, ultima di-
scendente della famiglia Farnese.
Nella Collezione Farnese, una delle
più celebri del rinascimento con capo-
lavori di Tiziano, Raffaello, Botticelli,
Michelangelo, Mantegna, Correggio,
Parmigianino, Lotto, El Greco e dei
Carracci, si incontrano capolavori di
artisti di ogni scuola pittorica ita-
liana. Le sale ospitano una galleria
d’arte tra le più ricche e prestigiose
d’Italia custodendo capolavori di arte
medievale e moderna del calibro di
Raffaello, Michelangelo, Tiziano, El
Greco, Correggio, Parmigianino e
Carracci. Il nucleo ottocentesco dà a
Capodimonte quell’impronta di napo-
letanità per l’attenzione alla produ-
zione in loco secondo l’orientamento
avviato dai Borbone; con Vittorio
Emanuele II l’ampliamento della rac-
colta si avvale dell’operato di qualifi-
cati consulenti, come i pittori Dome-
nico Morelli e Federico Maldarelli,
mentre la Società Promotrice di Belle
Arti, fondata a Napoli dopo l’Unità
d’Italia (sulla scia di Firenze, Milano
e Torino), prende il posto delle Bien-
nali Borboniche e offre nuove occa-
sioni promozionali ed espositive agli
artisti. Le opere esposte apparten-
gono al periodo borbonico e postuni-
tario, quando gli artisti napoletani (e
non solo) contribuiscono a creare un
linguaggio figurativo nazionale. Sep-
pure attraverso canali espressivi di- Il Palazzo custodisce una collezione
versi, prevale la tendenza ad ap-
profondire le tematiche del realismo, d’arte tra le più importanti d’Italia
indagate nei singoli aspetti sociali,
psicologici, storici e naturalistici. ed è circondato da un parco di rara
Nella galleria dell’800 sono presenti
anche delle sculture, a testimoniare
le tendenze artistiche che attraversa- bellezza e varietà botanica.
rono Napoli, dal verismo (Raffaele
Belliazzi) al simbolismo (Luigi De Il Museo rappresenta un unicum
Luca). Completano la raccolta le
opere della Scuola di Posillipo. Nel sul panorama nazionale ed europeo,
percorso si attraversano ambienti
sfarzosi, oggetti d'arte e di arredo e con un’area espositiva
prodotti di lusso delle manifatture
borboniche quali armi, sete e arazzi e di oltre 15.000 metri quadri
la celebre Porcellana di Capodi-
monte, tra cui il salottino della re- e un patrimonio di circa
gina Maria Amalia: un boudoir con le
pareti interamente in porcellana po-
licroma realizzato nel 1757-1759. 47.000 opere che vanno
Un duro colpo al museo venne inferto
46 nel 1799 con l'arrivo a Napoli dei dal Duecento fino ai nostri giorni.
francesi e la breve istituzione della
i’M MAGGIO-GIUGNO 2023