Page 62 - Maggio | Giugno 2018, I'M Magazine
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poli e New York dove ho un altro studio, ma sono rimasto
            nella mia città, nel mio quartiere. Alcuni pensano che
            restare nel proprio ambiente sia un limite per un artista,
            io penso che in alcuni casi i limiti e i valori coincidano.
            Nel suo studio, collocato nelle scuderie dello sto-
            rico Palazzo Sansevero, si presentano molti turisti
            che chiedono di poter vedere le opere in esposi-
            zione. Ha mai pensato ad un museo?
            Si,  è  vero,  arrivano  in  tanti.  Colpisce  soprattutto
            un'opera a cui sono molto legato, che conservo gelosa-
            mente perchè rappresenta la mia presa di coscienza, una
            liberazione dalle catene ed è "L'ascesa negata". Amo le
            mura di Palazzo Sansevero, intrise di storia, e amo ve-
            derci  le  mie  opere  più  significative.  Un  giorno
            chissà...non sono bravo in queste cose ma mi fa piacere
            cogliere interesse e rispetto verso i miei lavori.
            "L'ascesa negata" è un'opera geniale: un Pulcinella
            legato ad una scala che il regista Ferzan Ozpetek
            ha voluto "svelare" nel suo film "Napoli velata".
            Cosa vuole comunicare?
            Volevo raccontare la condizione della città ma anche di
            tutti quei creativi cui veniva negata la possibilità di
            esprimersi. Mi sentivo proprio come quel Pulcinella con
            le mani intrecciate, vivo, in attesa di essere slegato.


   “              a quella ricerca che ha reso universale il linguaggio della                                    “
                     Il mio background è stato anche un ostacolo, la fatica
                   per rimanere coerente quando gli intellettuali dicevano

                   “basta con pizza e mandolino” senza dare il giusto peso



                       nostra tradizione, facendone arte contemporanea.



            Quell'opera ha segnato un punto di svolta, da quel mo-
            mento mi sono liberato e sono nate altre opere significa-
            tive.
            Nei suoi dipinti e nelle sue sculture si fondono tra-
            dizione  e  contemporaneità.  Ieri  e  oggi,  a  cosa
            guarda di più Lello Esposito?
            Non posso fare a meno di portare il peso della storia, lo
            ritrovo ogni giorno nelle opere esposte nelle scuderie
            ormai diventate quasi un "museo". Il mio "ieri" è stato
            un percorso, sia di vita che artistico, fortunato ma anche
            molto faticoso. Oggi sono appagato, ho uno studio bellis-
            simo, il mondo arriva in città e viene a trovarmi e vice-
            versa. Se guardo al domani mi appare più leggero anche
            se sempre in movimento.
            Qual è stato il suo valore guida nella carriera e
            nella vita?
            La coerenza e l'umiltà. Il mondo lo devi sempre guar-
            dare, ma devi scegliere autonomamente quali sono i va-
            veramente. .
       62   lori che intendi seguire con tenacia ed essergli fedele.
            Non perdere mai di vista cosa vuoi e le cose che contano



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