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tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Sette-
cento, ha subìto profondi cambiamenti. La volta, che mantiene intatta la sua
Un eccellente restauro ci consegna il suo attuale
ordinamento preservando intatta la fedele per- struttura originaria trecentesca,
cezione del luogo religioso, e il suo itinerario venne dipinta da Giovanni
museale (fu adibita a polo museale dopo l’unità
d’Italia) alterna testimonianze della storia di Lanfranco (1637-40) che rese
Napoli a panorami mozzafiato percepibili da
giardini e loggiati. magnificamente l’Ascensione di
Con gli anni, la Certosa ha arricchito il suo pre-
stigioso e prezioso patrimonio artistico, storico Cristo in un tripudio di luce dorata.
e architettonico fatto di arredi, sculture, marmi,
affreschi e dipinti. Nell’ampio cortile risalta al- La Fortezza, la Carità e i quattro
l’occhio, per la sua amenità, la facciata esterna
della chiesa: uno scrigno di pittura e scultura gruppi di cherubini illustrano, in
napoletana del Seicento e Settecento. Le cap-
pelle, ai lati della navata, sono riempite da tutto il loro splendore, le rare qualità
splendide tarsie marmoree, particolarmente
preziose nella cappella dedicata a San Bruno, del maestro Giuseppe Sanmartino
promotore dell’Ordine certosino.
La volta, che mantiene intatta la sua struttura che nel 1754 le realizzò. L’opulenta
originaria trecentesca, venne dipinta da Gio-
vanni Lanfranco (1637-40) che rese magnifica- balaustra di marmo precede la zona
mente l’Ascensione di Cristo in un tripudio di del presbiterio. L’altare maggiore del
luce dorata. La Fortezza, la Carità e i quattro
gruppi di cherubini illustrano, in tutto il loro 1705, non ultimato, è in legno dorato
56 splendore, le rare qualità del maestro Giuseppe
Sanmartino che nel 1754 le realizzò. L’opulenta e dipinto come se fosse marmo.
balaustra di marmo precede la zona del presbi-
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