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in cui i malati scalciano come bestie. “
Quella di Van Gogh era una lucida follia. Quanto
era vera, e quanto invece condizionata dei ca-
noni dell’epoca? Van Gogh a me ha dato
Beh, in realtà è lo stesso Van Gogh che si auto reclude
perché ritiene che il manicomio sia l’unico luogo che la possibilità di capire
possa concedergli una tregua dalle sue allucinazioni e quanto sia necessario a
dal suo modo violento di interpretare la vita. Diceva
“rischio la mia vita dipingendo”, perché per lui non un certo punto diventare
c’era nulla al di fuori dell’arte, da cui era ossessionato.
“Io non vivo più per me stesso”, affermava. adulti. Arriva un
Come si snoda lo spettacolo? momento nella vita in cui
Lo spettacolo è una specie di thriller psicologico nella
mente di Van Gogh, perché non si sa se tutto ciò che all’uomo è impedito di
lui vede e che noi vediamo da spettatori, è reale, oppure
è frutto delle sue allucinazioni. Sostanzialmente è uno scherzare, ed in quel
spettacolo attraverso il quale lo spettatore viene por-
tato in un processo creativo, dove inizialmente è tutto momento l’artista rischia
bianco e privo di vita, ma poi intervengono una serie
di fattori ed eventi, per cui questo bianco si riempie di di perdere la sua
elementi.
Come si è preparato ad un ruolo così complesso?
Ho studiato moltissimo, ho letto il materiale che lo ri- ha sentito questo rischio
guarda, tra cui le lettere importantissime scritte da lui,
che sono un documento fondamentale. Poi ho avuto la come schiacciante.
fortuna di essere diretto da un regista che ha amato il
testo come lo ho amato io, per cui mi ha portato dentro creatività. Van Gogh “
al personaggio.
Non solo Van Gogh, ma tanti altri personaggi im-
pegnativi come Amleto, Don Giovanni, Cyrano…
Cosa rappresentano per un attore?
Personaggi del genere determinano una scelta di ap-
partenenza, nel senso che appartiene a te anche nei
suoi lati oscuri. Van Gogh a me ha dato la possibilità
di capire quanto sia necessario a un certo punto diven-
tare adulti. Arriva un momento nella vita in cui al-
l’uomo è impedito di scherzare, ed in quel momento
l’artista rischia di perdere la sua creatività. Van Gogh
ha sentito questo rischio come schiacciante.
Questa scoperta vale anche nella sua vita perso-
nale?
Si, certo. Diventare adulti è un passaggio che ti per-
mette di entrare in un altro tipo di vita. La tua perso-
nalità la dedichi ad altre prospettive, ad altre esigenze.
Questo giro di boa per me è sempre molto labile. Ho
sempre scelto nella vita: ho scelto quando ho cambiato
lavoro, quando ho scelto di avere un figlio, poi una fi-
glia, quando ho scelto di stargli accanto nonostante le
separazioni, quando ho scelto di essere credente. Non
sono uno da limbo. Ognuno di noi ha la sua croce, ma
attraverso l’incontro con Van Gogh ho capito che anche
essere adulti può diventare una scelta. Essere cioè ar-
tefici del proprio destino. Essere adulti ti fa vedere le
cose per quello che sono. Senza filtri. Questo cambia le
cose e puoi restarci molto male.
50 Quale crede sia la follia dei nostri giorni?
La follia dei nostri giorni è la consapevolezza delle cose,
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