Page 17 - Maggio | Giugno 2018, I'M Magazine
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L’Opinione
IL MARE DELLA CAMPANIA
ED I MONTI LATTARI
DI FABRIZIO CARLONI
l mare della Campania, come la quasi totalità quel litorale magnifico sia recuperato.
degli specchi d’acqua del nostro Mezzogiorno, ha Un Eden ancora intatto è costituito dalla porzione di ri-
qualcosa di incantato contro cui si sono accaniti viera che da Vietri sul Mare, soglia della Costiera Amal-
gli abitanti dei lidi che bagna. Per i miei saggi fitana, conduce a Positano. Sovrastata dai monti Lat-
sullo sbarco alleato in Sicilia di luglio 1943, ho tari, è uno dei luoghi più incantevoli che il buon Dio
I potuto verificare quali fossero le bellezze delle abbia dato ai Suoi figlioli. Sul monte Falerio, che con-
coste di quella magnifica isola prima dello strazio che trolla il borgo incantevole di Albori, castagneti, lecceti e
ne è stato fatto, dopo la guerra, negli anni Sessanta. faggeti si alternano a piante isolate di carrubo ed a ve-
Gela, oggetto particolare dei miei studi, era una gra- getazione bassa mediterranea.
ziosa cittadina con una spiaggia che richiamava, sino In quell’ecosistema insostituibile, sino ad una settantina
alla fine degli anni Trenta del secolo passato, la migliore di anni or sono, le famiglie contadine vivevano in un
borghesia della Sicilia meridionale. Poi, l’industrializ- equilibrio esemplare con la natura e con le vicine comu-
zazione, l’inquinamento delle coste e del mare, la distru- nità di artigiani, commercianti e pescatori che trova-
zione dell’agglomerato di case di pescatori e contadini, vano in Vietri sul Mare il coagulo per la loro vita spiri-
la sostituzione dei palazzotti barocchi nobiliari e di tuale e sociale.
quelli ottocenteschi borghesi con mostri di scadente ce- Per la formazione dei piccoli risparmi, i coltivatori dei
mento ed orripilanti. La costiera a noi più vicina, parlo colli di Raito e di Albori, cosa dimenticata ormai da tutti,
di quella Domiziana – costeggiata dal tracciato dell’an- traevano dai frassini la linfa che tutti conoscono come
tichissima strada romana costruita per collegare il Manna; in vista delle festività di Natale, il prodotto ve-
porto, allora fondamentale, di Puteoli al resto della rete niva portato a Napoli dove alcuni farmacisti lo acqui-
viaria imperiale – potenzialmente meravigliosa e sicu- stavano a un prezzo per quei tempi estremamente re-
ramente più attraente di quella romagnola che tanto tu- munerativo, dando ai coltivatori la possibilità di effet-
rismo attira e che produce fiumi di denaro, è da decenni tuare le poche spese necessarie per festeggiare la na-
in uno stato che l’evidenza più volte denunciata da molti scita del nostro Protettore. Dal frassino i campagnoli
cittadini e dalla stampa, rende superfluo sintetizzare. traevano anche la corteccia che si utilizzava, in infuso,
Basterebbe l’Acropoli di Cuma, in un Paese che avesse come efficace medicinale. Pezzi di essa venivano fatti
un minimo di consapevolezza della propria storia, a co- macerare nell’acqua dei pollai per fungere da antibiotico
stituire un imprescindibile e lucroso polo di attrazione per le galline. Era sviluppata, poi, la produzione di car-
per l’intera Regione. Invece, si rileva uno stato di ab- bone di legna che sino al primo quarantennio del secolo
bandono inspiegabile alla luce della ragione. Nessuno passato era il combustibile elettivo per le cucine econo-
sa che alle spalle della collina alla cui base vaticinava miche e per riscaldare.
la Sibilla, si trova, in stato di completa incuria, uno dei C’erano, poi, i carcarari che traevano la calce dalla cot-
complessi fortificati meglio conservati della Seconda tura dell’inerte estratto dalla montagna negli appositi
Guerra Mondiale. L’insieme di bunker di cemento, di forni le cui rovine ancora si intuiscono sulle balze dei
postazioni per armi individuali e di squadra che cunicoli Lattari. Con l’inciviltà, alle fascine di legna subentra-
ormai ostruiti dal collasso dei terreni collegavano al- rono i copertoni in attesa dello scempio delle montagne
l’Acropoli, è soffocato dalla vegetazione infestante. Nello da parte delle multinazionali.
stesso stato languisce quello che rimane della splendida In poche parole, in un ambito bellissimo ma decadente,
foresta demaniale litoranea che vide arrivare gli Eubei, sopravvive lo spettacolo gratificante di una natura che
lordata da plastiche e resti di ogni genere gettati a riva è stata preservata tra Salerno e Napoli. Da tutto il
dal mare e dal collettore fognario che pompa, tra le onde, mondo accorrono persone sensibili per goderne. Da noi,
milioni di metri cubi di liquami. si verifica l’assalto sulle coste di
Di tutto il litorale campano, a molti padroni di barche e di tanti
parte il Cilento, rimane apparen- Di tutto il litorale campano, giocatori di pallone e di briscola
temente salvo il tratto di costa sor- a parte il Cilento, rimane sulle spiagge; nell’immediato retro-
rentina con i suoi magnifici pano- terra che domina il mare, pochi
rami ma con il mare contaminato apparentemente salvo il poeti e pochissimi intellettuali ita-
da mille cloache mal ammini- tratto di costa sorrentina con liani si inerpicano sugli scoscendi-
strate, tra cui primeggia il fiume i suoi magnifici panorami menti umidi dei monti Lattari per
Sarno che sfocia a Castellammare. ma con il mare contaminato guardare il panorama che i classici
greci e latini hanno cantato, inutil-
Le categorie degli albergatori, dei mente, per tutti quanti.. 17
ristoratori e dei commercianti lot- da mille cloache mal
tano da anni, inutilmente, perché amministrate, tra cui
primeggia il fiume Sarno
che sfocia a Castellammare. i’M MAGGIO-GIUGNO 2018