Page 50 - Settembre | Ottobre 2021 , I'M Magazine
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pic su Giulio Andreotti, con cui vince il Pre-
            mio  della  giuria  al  Festival  di  Cannes,
            “This Must Be The Place”, interpretato da                 Quando ho compiuto 50
            Sean Penn, vincitore di 5 David di Dona-
            tello e 3 Nastri d'Argento. Il successo di-               anni ho pensato che fosse
            venta internazionale nel 2013 con il capo-  “
            lavoro “La Grande Bellezza”, che gli è valso              giunto il momento per
            l'Oscar come miglior film straniero e nume-
            rosi altri riconoscimenti in Italia e in Eu-
            ropa. Pubblico e critica hanno apprezzato   che avevo lasciato in sospeso, mi sentivo
            anche gli altri suoi lavori, “Youth” e “Loro”,
            e la serie tv “The Young Pope” e “The New   pronto a farlo. Avevo messo le mie pene
            Pope”,  interpretate  da  Jude  law,  Diane
            Keaton, John Malkovich, Silvio Orlando.     in un angolo, ho pensato fosse
            Ed è dopo tutta questa strada costellata di  utile trasferirle sullo schermo
            successi, che ha la maturità giusta per il
            suo ultimo film, “È stata la mano di Dio”   per provare ad alleviarle.
            che è tra i cinque candidati come Miglior
            Film agli European Film Awards, i cosid-
            detti Oscar europei, riconoscimenti asse-
            gnati ogni anno dell’Accademia europea del
                                                        sistemare alcune questioni personali “
            cinema per celebrare l’eccellenza della pro-
            duzione  cinematografica  del  continente.
            Oltre alla nomination come Miglior film, “È
            stata la mano di Dio” ha ricevuto anche le
            candidature per la Migliore sceneggiatura
            e la Migliore regia. Il film, inoltre, è anche
            il titolo che l’Italia ha proposto all’Acca-
            demy per la corsa all’Oscar. Presentato in
            concorso alla Mostra Internazionale del Ci-
            nema di Venezia, ha vinto il Leone d’ar-
            gento Gran Premio della Giuria.
            “La mano di Dio”. Come è stato ridise-
            gnare la sua vita in un film?
            Quando ho compiuto 50 anni ho pensato
            che fosse giunto il momento per sistemare
            alcune  questioni  personali  che  avevo  la-
            sciato in sospeso, mi sentivo pronto a farlo.
            Avevo messo le mie pene in un angolo, ho
            pensato fosse utile trasferirle sullo schermo
            per provare ad alleviarle.
            Da  dove  nasce  il  titolo  “La  mano  di
            Dio”?
            È la frase che pronunciò Maradona per giu-
            stificare il suo gol di mano contro l’Inghil-
            terra. L’ho presa in prestito perché se sono
            vivo è merito suo, e della passione che nutro
            per lui.

            Lei crede in Dio?
            A modo mio sì. Ma non basterebbe tutta
            l’intervista per risponderle.

            Ha  dovuto  mettere  in  campo  le  sue
            emozioni, negative e positive, riviven-
            dole. È stata dura o è stato terapeu-
            tico?
            Entrambe le cose. Per fortuna sul set si è
            continuamente distratti da necessità e pic-
       50   coli imprevisti che ti allontanano dai pen-
            sieri. Ci sono stati momenti di grande emo-


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