Alessandro Lukacs è molto conosciuto negli ambienti della cosiddetta “Napoli bene”, come la sua famiglia. Papà Enrico è uno dei dentisti più noti della città, refrattario al coinvolgimento mediatico, di cui invece è stato protagonista il bell’alessandro per la sua partecipazione al grande fratello numero 2. Poi c’è la madre Josette, la sorella Lorenza e Shalana, la splendida topmodel brasiliana, sua fidanzata da cinque anni. E’ simpatico alessandro, ama e si gode la vita, ma non ha mai tralasciato gli impegni seri, come quello universitario, che ha portato avanti fino al conseguimento di ben due lauree in odontoiatria presso l’università de l’Aquila e di Ginevra, dove si è anche specializzato, ed un numero imprecisato di corsi tra America, Brasile e naturalmente Italia. Ora esercita con successo la professione di odontoiatra nel prestigioso studio di famiglia in via Michelangelo Schipa a Napoli. E sapete cosa c’è affisso all’entrata tra una campagna per lo sbiancamento dei denti e l’altra? Un articolo di giornale che testualmente recita: “il 90% delle donne si innamora del proprio dentista”. E se il dentista è Alessandro Lukacs, come dargli torto…
Alessandro, che posto riveste la professione nella sua vita?
Il primo posto, anche più degli affetti per ora…
Pensa di essere stato avvantaggiato dal cognome che porta?
Si assolutamente. il mio è un cognome che a napoli evoca l’odontoiatria perché papà, zio e nonno mi hanno preceduto nella professione. Certo è stata un’eredità bella ma difficile perché quando sei “figlio di” nasce inevitabilmente il confronto e il figlio, per affermarsi, deve superare il padre.
Lei è un bel ragazzo e, si sa, anche il camice bianco ha il suo fascino. Le è mai capitato di ricevere delle avances da una paziente?
Si, mi capita spesso, ma sempre in modo simpatico e garbato. è frequente che le madri mi parlino delle figlie, oppure pazienti che pur non avendo problemi ai denti, si presentano ripetutamente in visita.
Ha inciso sulla sua professione la partecipazione al GF? E in che modo?
Beh, all’inizio è stato un po’ un problema, perché la gente aveva con me un approccio troppo familiare. Tra odontoiatra e paziente non può esserci un rapporto paritetico e, quindi, ho dovuto ristabilire i ruoli.
Cosa l’ha spinta a fare il provino?
Volevo un anno sabbatico. In quegli anni stavo studiando tantissimo e avevo bisogno di staccare un po’.
Suo padre come l’ha presa?
Non era assolutamente d’accordo, ma mi lasciò fare.
Rifarebbe il GF?
Ora assolutamente no, ma tornando a quegli anni si. Mi è servito anche per la professione perché molti personaggi dello spettacolo che ho conosciuto grazie al grande fratello, adesso sono miei clienti.
Per i vip il dentista ormai è un po’ come il chirurgo plastico. Può svelarci di qualche star che ha cambiato il proprio sorriso?
Io sono vincolato dal segreto professionale. Chi lo vuol dire lo dice…
Il suo studio dentistico è molto rinomato. Che ricordi ha da bambino di suo padre dentista?
Ho ricordi bellissimi, in particolare di villa beatrice a via Manzoni, nata dall’associazione di papà e zio insieme ad altri professionisti e fiore all’occhiello dell’odontoiatria italiana. Ne andavo orgoglioso, specie quando a scuola tutti mi chiedevano “ma tuo padre è quello di villa beatrice?”.
È una professione “indotta”, o l’ha scelta autonomamente?
E difficile poterlo dire. Io son cresciuto respirando quell’aria prima da mio nonno, poi da mio padre. E’ stato naturale e facile per me imboccare questa strada. già da bambino, insieme alla tata giocavo con i ferri del dentista.
Quali sono le nuove frontiere dell’odontoiatria?
Tutti parlano dell’implantologia, ma per me la più grande invenzione degli ultimi tempi è sicuramente la tecnica “adesiva”, che consente di curare i denti con metodi poco invasivi e iperconservativi. Prima si usava l’amalgama d’argento, che si “incastrava” in cavità rese appositamente molto più profonde di quanto fosse necessario; con questa nuova tecnica, invece, è spesso possibile riparare e salvare i denti inserendo materiali su base resinosa o ceramica senza bisogno di creare ritenzioni meccaniche del materiale, ma fondando sulle proprietà “adesive”.
L’Italia è al passo con il resto dell’Europa nelle tecniche dentistiche?
L’italia, al di là di ogni aspettativa, è ai primissimi posti in materia odontoiatrica e ha un altissimo livello di professionisti. In italia il senso dell’estetica è più elevato che negli altri paesi, è insito nella sua storia.
Quali sono le specialità del vostro studio?
Il nostro è uno studio polispecialistico, nel senso che ci sono vari professionisti specializzati in ogni settore, dall’igiene professionale all’implantologia, abbiamo un’organizzazione di “stampo” svizzero, abbracciamo l’odontoiatria a 360 gradi.
Il rischio per i dentisti è di incorrere in giudizi per responsabilità professionale. È una cosa che la inibisce nel suo operato oppure lavora con serenità?
La filosofia dello studio è quella di non strafare, di restare sempre entro determinati limiti di confort e sicurezza per il paziente e quindi è difficile incorrere in rischi non calcolati. Operiamo con assoluta serenità supportati da strumentario elettronico di ultima generazione.
Lei è specializzato nell’estetica del sorriso. Quanto conta per lei la bellezza?
Conta tanto. Nella nostra società se non si appare non si è, e se dobbiamo essere, almeno cerchiamo
di essere belli!
È arrivata anche qui, come in America, la moda delle “faccette”? Lei è favorevole?
Io vengo dalla scuola del padre delle faccette, il prof. Urs Belser. Quello che non condivido è che qui in Italia si ricorre alle “faccette” con troppa disinvoltura. Io invece tengo molto alla selezione dei casi, sia da un punto di vista estetico, che psicologico. Le “faccette” sono come “unghie” di ceramica che ricoprono i denti e cambiano il sorriso; è giusto, quindi, che chi le applica, sia convinto e pronto al cambiamento.
E lo sbiancamento, anch’esso molto richiesto al vostro studio?
Anche per lo sbiancamento è opportuno valutare i singoli casi. Quello che assolutamente sconsiglio è il “fai da te”.
L’italiano medio tiene al sorriso?
La vecchia generazione sta pagando oggi il fatto di aver trascurato i denti in passato; i giovani, invece, ricorrono al dentista solo se hanno un problema e non per igiene o prevenzione.
Il dentista, si sa, guadagna bene. Quanto conta per lei il denaro?
Conta tantissimo. io non ho hobby del tipo auto, orologi o barche, circa il 30% del mio stipendio lo spendo in corsi di aggiornamento, che seguo quasi ogni settimana. Investo molto nella mia professione ed inoltre mantenere uno studio con standard qualitativi altissimi ha costi molto elevati. Comunque non c’è frase più ipocrita di quella che dice “il danaro non fa la felicità”. Io conosco tanti milionari felici! e poi, anche se non lo si è, meglioessere infelici potendosi togliere tanti sfizi…
La sua fidanzata Shalana è bellissima e, ovviamente, ha denti perfetti. Si cura da lei?
Se dovesse averne bisogno, è ovvio…
È giusto pensare che in una donna la prima cosa che guarda è il sorriso?
Diciamo che non riesco a considerare bella una donna con un brutto sorriso.
I’M?
Scrupoloso e professionale, e non per autocelebrarmi!